Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Rapida panoramica dei programmi elettorali degli schieramenti politici ad una settimana dal voto.

Siamo entrati nell'ultima settima prima del voto di domenica prossima 25 maggio, l'atteso appuntamento elettorale che nominerà i deputati che daranno forma al prossimo Parlamento Europeo, e mai come questa volta, in Italia, come altrove, il turno elettorale assomiglia ad un derby, quello tra Europa ed euroscettici, o come dicono alcuni, tra speranza e rabbia.

Non è certo un mistero che il prossimo voto di domenica possa dar vita alla rappresentanza più euroscettica che il Parlamento di Bruxelles abbia mai visto nella sua storia, un'eventualità che, se fosse confermata dai fatti, potrebbe avere ripercussioni sull'unità della moneta e sul rispetto degli accordi di Schengen.

Vale la pena quindi guardare da presso ai punti del programma elettorale dei vari partiti che si sono candidati per il voto del 25 maggio, alle diverse visioni di Europa, al profilo della politica economica, così come alle politiche sull'immigrazione.

Innanzitutto, quali schieramenti possono esser detti euro-scettici, e quali invece sono a favore di 'più Europa': tra i no-euro M5S, Lega Nord e Fratelli d'Italia, tra le colombe, fatte le dovute distinzioni, Pd, Ncd, Forza Italia, Scelta Europea e lista Tsipras.

Tra i No-euro, si è detto, il M5S; il programma elettorale dei pentastellati, che diversamente da altri schieramenti hanno scelto di non aderire ad alcuna lista, prevede in particolare la volontà di sottoporre ad iniziativa referendaria la permanenza o meno del Paese nella moneta unica, oltre che, in sede parlamentare, proporre un'alleanza strategica con altri Stati dell'area mediterranea, Spagna, Portogallo e Grecia, unione che, secondo le intenzioni del M5S, deve servire come strumento di opposizione allo strapotere dei Paesi del Nord, fino all'eventualità di adottare un euro con un valore diverso e ridotto da quello in uso tra gli Stati filogermanici.

Ancora più radicali le posizioni della Lega e Fratelli d'Italia; per entrambi la conditio sine qua non è l'uscita stessa dell'Italia dalla zona Euro e il ripristino immediato della sovranità monetaria.

Basta questo per giustificare la ben nota adesione del partito di Matteo Salvini al movimento di destra di Fronte National di Marine Le Pen, com'è noto, forza in netta opposizione all'Unità dell'euro e al rispetto degli accordi di Schengen.

Sul fronte opposto, Pd, Ncd, Forza Italia, Scelta Civica e lista Tsipras: vien da sé che un così ampio ventaglio politico, le differenze devono essere altrettanto notevoli.

Se infatti tutti gli schieramenti sono sostanzialmente d'accordo che uscire dall'euro e dall'Europa equivale ad un suicidio, per cui ci vuole 'più Europa' e non la 'fine dell'Europa', diverse risultano poi le politiche di gestione da adottare per un simile obiettivo, per cui non possono stare sullo stesso piano Pd, Ncd, Forza Italia e movimenti come quello di Tispras.

Il Pd, ad esempio, è storicamente per un Europa più coesa, per un'evoluzione della fredda e burocratica unità economica a favore di quella diplomatica, scientifica, della difesa comune del suolo, dell'unione delle politiche sull'immigrazione, sul lavoro, ec.

Diversa è invece l'impostazione dei due schieramenti della destra liberale italiana, Forza Italia e Nuovo Centro Destra; fedeli infatti al loro credo per il presidenzialismo, che vorrebbero applicato anche per l'elezione diretta del Capo dello Stato, propongono l'elezione diretta dalle prossime elezioni del Presidente del governo europeo, una figura che a loro dire avrebbe il merito di favorire l'efficienza dei poteri del parlamento di Bruxelles.

Sul fronte opposto la lista Tsipras che, a differenza degli schieramenti sin qui citati, chiede di arrivare ad una Costituzione Europea scritta direttamente dai popoli, nonché naturalmente ad una revisione totale degli accordi storici, Maastricht 1992 e Lisbona 2001, che hanno generato questa realtà di Europa.

Vediamo ora il programma economico; ebbene,si può dire a riguardo che le differenze di visione dei programmi si assottigliano fino ad un punto tale da coincidere, tutti infatti sono d'accordo sulla necessità che le politiche d'austerity di fatto non possono continuare, che lo sforamento del 3% tra deficit/Pil non può restare una spina nel fianco per l'economia della Naziona, ma detto questo i punti in comune finiscono qua.

Se infatti il Pd intende aumentare la spesa pubblica sopratutto per investimenti infrastrutturali, una visione condivisa anche con il partner di governo Ncd, il M5S propone invece spese sopratutto per l'innovazione tecnologica, banda larga, fonti rinnovabili e attività produttive locali, come l'agricoltura e l'allevamento

Ma è' sul fiscal compact che emergono le massime distanze, ed insospettabili vicinanze; se il partito del premier Renzi non si schiera, infatti, per una sua definitiva abolizione, ma chiede di integrarlo con un analogo patto per i diritti sociali, M5S e Forza Italia non solo ne vogliono la fine, ma chiedono anche di annullare l'articolo costituzionale del pareggio di bilancio.

Diversa a riguardo la posizione di sinistra della lista Tsipras assolutamente contraria a cancellare dalla Costituzione il pareggio di bilancio: ciò che si deve fare è sospendere l'attuale sistema fiscale e arrivare ad una rinegoziazione in sede parlamentare del debito pubblico, ovvero ad un suo azzeramento, ma detto questo per la lista a cui ha aderito anche SEL di Nichi Vendola annullare il pareggio di bilancio rimane una mossa irresponsabile.

Infine le politiche per l'immigrazione; se Pd, Forza Italia, Ncd e Scelta Europea sono per una gestione comune delle frontiere, e quindi istituire una guardia di frontiera comune, così come condividere politiche comuni in materia di cittadinanza, una visione giocoforza necessaria, tanto più ora, data la contingenza dell'emergenza e la minaccia incombente di un'immigrazione di massa di popolazioni provenienti da aree del Mediterraneo coinvolte nei conflitti, di tutt'altro tono le posizioni di Lega e M5S.

Se il carroccio infatti, com'è ben noto, è per la chiusura netta delle frontiere, per il ripristino del reato di clandestinità e per la fine immediata dell'operazione di vedetta e controllo dei mari limitrifofi alle coste, Mare Nostrum, a loro dire troppo gravosa per le casse dello Stato, più morbide appaiono le visioni dei pentastellati; il M5S in materia di immigrazione chiede infatti il rispetto dei trattati internazionali, per cui accogliere le richieste dei richiedenti asilo, ma rimpatriare, naturalmente a spese dell'Europa, coloro che non rispondono a tali requisiti.

Uno sguardo in conclusioni agli astensionisti, primo partito in tutti sondaggi al 40%; non risulta al momento nessuna dichiarazione.

Una settimana dal voto; i programmi dei Partiti
Tag(s) : #politica, #democrazia
Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: