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Una ricerca dell'Università di Ulm, in Germania, dimostra le proprietà benefiche della vitamina C e del beta carotene nella prevenzione verso patologie neurodegenerative, come l'Alzheimer. Le analisi dimostrano come i tutti i pazienti affetti dal morbo siano poveri di questi due forti antiossidanti naturali.

di Marco Caffarello

Da oggi, per ogni mattina, una buona colazione a base di succo di arance e carotene. Questo il consiglio che si deduce se si leggono i risultati di uno studio tedesco dell'Università di Ulm sugli effetti benefici della vitamina C e del beta carotene nella prevenzione a patologie neurodegenerative come l'Alzheimer. La ricerca, pubblicata recentemente per il Journal of Alzheimer, dimostra che i due alimenti sono forti antiossidanti in grado di arrestare la patogenesi del disturbo neurologico e di rallentare anche la progressione del deficit cognitivo. La tesi dell'equipe è fondata sulla convinzione che la malattia venga a dipendere dai processi ossidativi che investono le cellule nervose nel tempo e il divenire degli anni, i quali rappresentano, quindi, il vero “motore” della patologia perchè vincolano lo sfruttamento dell'ossigeno nell'organismo. Dimostrare l'efficacia della vitamina C e del beta carotene nella prevenzione alla patogenesi del morbo e arrivare ad una terapia che faccia uso di questi antiossidanti naturali in grado di proteggere l'organismo dalla neurodegenerazione, rappresenta l'obiettivo dell'equipe di ricerca.

Da un insieme di 74 pazienti affetti da Alzheimer e dopo 158 controlli sanitari di pazienti in un'età compresa tra i 65 e i 90 anni, i ricercatori hanno infatti scoperto che la concentrazione sierica di vitamina C e beta carotene negli individui colpiti dalla malattia è molto più bassa rispetto a quella degli individui sani. Lo stesso  non può esser detto per altri tipologie di antiossidanti dimostratisi sufficientemente presenti nei dati raccolti, quali la vitamina E di cui noci, mandorle e mais sono ricchi, il licopene, che è possibile trovare in natura nei pomodori, nelle albicocche o nell'uva, e il coenzima Q10.  Nella raccolta dei dati i ricercatori hanno tenuto conto anche di altri fattori, quali l'indice del grasso corporeo, il consumo di alcool e tabacco, lo stato civile, lo stress di vita dei pazienti."Al fine di riuscire a influenzare l'insorgenza e lo sviluppo dell'Alzheimer, abbiamo bisogno di essere consapevoli dei potenziali fattori di rischio", spiega il dott. Gabriele Nagel dell'Università di Ulm. Il dato più sorprendente è che costante rimane il deficit di concentrazione di vitamina C e beta carotene in tutti i pazienti risultati colpiti dall'Alzheimer.

"Gli studi longitudinali con più partecipanti sono necessari per confermare il risultato che la vitamina C e il beta-carotene potrebbero prevenire l'insorgenza e lo sviluppo della malattia di Alzheimer", sostiene il dott. Nagel. A questo punto non ci rimane altro da fare che cambiare la nostra dieta quotidiana.

http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=7659

Tag(s) : #ricerche
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