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Presentato l'ultimo saggio di Irene Tinagli, deputata per Scelta Civica, Un futuro a colori: coniugare l'artigianato con altissime competenze manageriali la modalità vincente di fare impresa.

Esce in questi giorni in libreria edito da Rizzoli il secondo lavoro editoriale di Irene Tinagli, giovane economista laureata alla Bocconi, docente di economia per l'Università Carlos III di Madrid, deputata alla Camera per le file di Scelta Civica, dal titolo Un futuro a colori, un saggio che più che presentarsi come ennesimo contributo teorico ed astratto su come sapersela cavare nel labirintico mondo del lavoro di oggi, si propone di essere una guida pratica per quanti, difronte all'incedere delle crisi economica, non vogliano restare con le mani in mano, spettatori passivi di turbolenze finanziarie, ma al contrario vogliano fare impresa, sfruttare quelle opportunità che il sistema economico permette.

La tesi che muove il saggio della deputata di Scelta Civica è infatti che anche l'attività artigianale tradizionale, così come noi la conosciamo, quella appunto che non si impara dai libri e dai banchi di scuola ma con l'esercizio quotidiano in laboratorio, gioca forza sta morendo, sia per la pressione della competizione internazionale dei mercati e i fenomeni di contraffazione delle merci che ad essa si accompagnano, sia per la scarsa propensione delle nuove generazioni a voler imparare mestieri cd. manuali, artigianali, una realtà quindi che alla lunga finirà per affossare quello che probabilmente costituisce ancora oggi l'ultimo residuo di italianità a tutto tondo, il marchio made in Italy, non a caso sempre più di proprietà degli stranieri.

Se all'artigianato locale, spiega Irene Tinagli, non si affiancano quindi competenze economiche, finanziarie e sopratutto culturali di primissimo livello, sperare in una continuazione del successo del made in Italy nel mondo è un'illusione; solo coniugando la tradizione manuale con altissime competenze manageriali è possibile infatti costruire un modo vincente di arrivare a fare impresa.

Il testo di Irene Tinagli si presenta quindi alla stregua di un consiglio pratico sopratutto per quei tanti laureati che a causa della crisi economica e dell'ermetismo delle politiche del lavoro non hanno potuto reinvestire il loro Sapere nel mercato, riportando non caso tre casi di successo, i tre marchi del gelato di Grom, Amorino, un'azienda di gelati nata dalla cooperazione di due italiani che in Europa ha già aperto una centina di negozi, e Cristian Oddono, tre imprese italiane che investendo il loro Sapere nella produzione del gelato all'estero, sono stati artefici di ciò che a conti fatti è un vero e proprio Rinascimento del gelato.

Cosa li accomuna? Il passato, ovvero nessuno dei tre viene da una famiglia di gelatai, e gli studi, essendo tutti e tre laureati in Economia manageriale, dove hanno potuto studiare contabilità, management, politiche aziendali, ec, non certamente come si monta la panna.

Come a dire l'esempio di Grom, Amorino e Oddono non rappresentano certamente un'esclusività, né tanto meno una rarità, ma spiegano perfettamente che con un pò di buona volontà e di sale in zucca, anche ad altri, sopratutto a quei laureati che non hanno ancora potuto esprimere il loro valore, possa accadere di ripetere il successo dei tre ormai ricchi e famosi, di guardare ad un futuro che sia davvero a colori.

Per Irene Tinagli "il futuro è a colori"
Tag(s) : #libri, #economia
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